I FISICI PLURALISTI
ALLE ORIGINI DELLA SCIENZA
La scienza greca, tra il VI e il V secolo a.C. è fortemente legata alla filosofia, espressa anche tramite il termine téchne, la tecnica, che non comprendeva solo l’arte della trasformazione e dello sfruttamento del mondo naturale, ma anche la sua conoscenza, in funzione dell’utilità e del beneficio che questa poteva procurare all’uomo.
I greci, sottoponendo a severa critica ogni ricorso alle spiegazioni mitiche dei fenomeni naturali, riuscirono nel tracciare per primi la via della ricerca scientifica, collegando l’esperienza e il ragionamento. Essi riuscirono dunque a stabile delle connessioni durature tra i fenomeni osservati, elaborando un solido sistema di conoscenza del mondo.
Il problema dei filosofi del V secolo a.C. diviene il conciliare due istante che fino al secolo precedente erano state sempre considerate separatamente:
- l’esigenza di salvaguardare la diversità e la molteplicità dei fenomeni della natura
- il desiderio di elaborare un quadro organico e unitario del mondo
I FISICI PLURALISTI
I principali fisici pluralisti, il cui oggetto di studio è la natura, studiata nel suo divenire e nella sua molteplicità delle cose, sono così denominati poiché ammettono a fondamento dell’universo una pluralità di principi materiali, tendendo a conciliare anche un’immutabilità e unitarietà del reale.
EMPEDOCLE
Egli descrive la nascita dell’universo come una situazione originaria di indifferenza, lo sfero, in cui si mescolano i quattro elementi primordiali, il fuoco, l’acqua, la terra e l’aria, rappresentanti le quattro radici. Questi principi sono eterni, immutabili, identici a sé stessi e divisibili, i quali generano il tutto mescolandosi e dividendosi, tramite l’amore e l’odio.
ANASSAGORA
Anassagora elaborò la teoria dei semi, piccole ed invisibili particelle di materia, che combinandosi danno origine a tutte le cose visibili. I semi differiscono per la qualità, sono infinitamente divisibili e infiniti in quantità e numero. Questi si uniscono e si separano generando il tutto, grazie al noús, l’intelligenza ordinatrice.
DEMOCRITO
Democrito ritrova gli elementi originari e fondamentali dell’universo negli atomi, particelle minime e indivisibili di materia di cui tutte le cose sono costituite. Queste sono infinite, qualitativamente identiche ma quantitativamente diverse per forma e dimensione, eterne e immutabili e non ulteriormente divisibili. Queste si muovono caoticamente nel vuoto, determinando la nascita e la morte delle cose.
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