ARISTOTELE

Aristotele è uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, colui che ha ridefinito il ruolo della conoscenza filosofica, definendola come una conoscenza disinteressata della realtà in tutti i suoi più diversi aspetti. A lui e alla sua preziosa indagine filosofica è attribuita l’elaborazione di gran parte del lessico e delle categorie fondamentali del pensiero occidentale.

Aristotele, figlio di Nicomaco, medico alla corte del re Aminta III di Macedonia, si formò all’Accademia di Platone, di cui fu il più importante studente. Egli vi entrò nel 367 a.C., all’età di diciassette anni, per rimanervi fino all’età di trentasette. Nonostante la sua formazione platonica, egli non sviluppa un particolare interesse per l’attività politica, causa il mutamento storico e culturale nel quale cresce. Inoltre, Aristotele, non potendo aspirare ad una carriera politica ad Atene, poiché non era ateniese, pone il suo fine filosofico nel comprendere e descrivere l’unico mondo reale in cui l’uomo vive.


IL LICEO
Dopo la morte di Platone, nel 347 a.C., Aristotele abbandona l’Accademia e si reca ad Asso, in Asia Minore, dove conobbe Teofrasto, giovane naturalista e suo primo discepolo, con il quale si dedicò agli studi di biologia marina sull’isola di Lesbo, a Mitilene.
Ritornato ad Atene, sotto la protezione di Alessandro Magno di cui era divenuto in precedenza precettore, Aristotele fonda nel 335 a.C. il Liceo, istituzione che diviene velocemente superiore all’Accademia in quanto centro di ricerche sistematiche, anche grazie al rilevante materiale didattico di cui questa sembrava disporre.
Il Liceo non aveva intenti religiosi o politici ed i suoi allievi non erano tenuti a rispettare particolari regole comuni di vita. L’insegnamento e la ricerca erano il fulcro dell’attività scolastica, specializzata nell’indagine scientifica di carattere specialistico e settoriale.

Aristotele, secondo alcune testimonianze, dedicava le lezioni al mattino a degli alunni selezionati, con cui affrontare difficili temi della logica, della fisica e della filosofia, mentre, nel pomeriggio, teneva lezioni aperte ad un pubblico più ampio di etica e politica. Egli, tramite le sue lezioni, esprime come non esista un metodo universale valido per tutti i settori di ricerca, mirando quindi all’insegnare la modalità più adatta per trattare ogni argomento specifico. Il filosofo esprime così la sua volontà nel definire delle procedure di indagine rigorose e metodologicamente adeguate all’oggetto della ricerca.

LE OPERE GIOVANILI
Aristotele fu, innanzitutto, intellettuale e professore, le numerosissime opere redatte nella prima fase della sua ricerca nascono e si diffondono nel contesto del Liceo. Queste, scritte in forma dialogica, vengono definite come essoteriche, poiché destinate al pubblico.
Non si ha altro che alcuni frammenti di questi testi andati perduti:
  • Sulla filosofia, nel quale si dedicava a dimostrare come l’obbiettivo della filosofia era sempre stato quello di interrogarsi sul perché dell’esistenza.
  • Protrettico, il quale conteneva un invito al dedicarsi alla filosofia. 
  • Eudemo, dedicato a Eudemo di Cipro, nel quale voleva dimostrare come la patria dell’uomo non sia in questo mondo ma nell’altro, dove si può contemplare la vera essenza dell’essere.
LE OPERE DELLA MATURITÀ
I saggi destinati ad un uso interno della scuola, composte da Aristotele nella fase della maturità, prendono il nome di esoterici, poiché destinati a un pubblico ristretto che li utilizzava come completamento alle spiegazioni dirette del maestro.

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