LA METAFISICA DI ARISTOTELE

La metafisica di Aristotele è la scienza teoretica e contemplativa, ovvero disinteressata e finalizzata unicamente ad appagare l’esigenza umana del puro conoscere, fondamentale poiché si occupa delle caratteristiche universali dell’essere.

METAFISICA

Il termine metafisica indica quella parte della filosofia aristotelica che il filosofo definiva filosofia prima e che indaga le strutture profonde e le cause ultime della realtà.


Aristotele, anche grazie alla sua formazione naturalistica, si distacca dalla posizione platonica, definendola come un insufficiente tentativo di ristabilire un legame tra il mondo e le idee. Per Aristotele quest’ultime, concepite anche come “forme”, rappresentano la struttura essenziale immanente alle cose stesse, la loro ragione d’essere, ciò che fa sì che siano quello che sono. Seguendo tale prospettiva, il filosofo utilizza le sostanze individuali quali fulcro del proprio sistema, rivalutando ogni singolo ente particolare. 


Egli rappresenta quindi il passaggio da una prospettiva metafisica idealista a una prospettiva metafisica realista, che dalle cose va alle idee e che implica la rivalutazione della sensibilità, ovvero dei sensi. Tale impostazione però, pone al filosofo un nuovo problema, quello di dare un’interpretazione scientifica, quindi stabile, immutabile e necessaria, di cose che per loro natura sono variabili. 

Aristotele, per risolverlo, giunge a formulare i cardini della sua metafisica: 

  • la sostanza
  • la materia 
  • la formula 
  • l’atto 
  • la potenza

LA DOMANDA SULL’ESSERE

La metafisica, differentemente dalle altre scienze che si occupano dell’essere, ha come oggetto l’essere in quanto essere ed è dunque “ontologia“. Tale scienza risponde alla domanda “Che cos’è l’essere dell’ente?”, ovvero, che cos’è quell’essere che rappresenta il carattere fondamentale e comune di tutte le cose?


L’essere per Aristotele non ha un unico significato, ma si può definire in numerosi modi e presenta una molteplicità di aspetti. Per il filosofo, la risposta alla domanda “che cos’è questo?” è possibile attribuendo all’ente su cui ci stiamo interrogando dieci predicati, o categorie, diversi. Questi sono i 10 modi in cui, per Aristotele, è possibile dire o predicare l’essere delle cose, ma soprattutto, sono anche i modi fondamentali di darsi dell’essere, le classi delle sue qualità più generali.


LE DIECI CATEGORIE DELL’ESSERE

  1. La sostanza
  2. La qualità
  3. La quantità
  4. La relazione
  5. Il luogo
  6. Il tempo
  7. L’agire
  8. Il patire
  9. Lo stato 
  10. La situazione


Solo la prima delle categorie, quella della sostanza, rappresenta per Aristotele l’essere dell’ente vero e proprio, le altre costituiscono infatti i suoi vari modi di essere, ovvero i suoi aspetti particolari che il filosofo distingueva dall’essere in sé e dalla sostanza.

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